EyeSee, rivista scientifica e di informazione oftalmologica, ha recentemente pubblicato un confronto fra i dottori Damien Gatinel, della Fondazione Rothschild di Parigi, e Cosimo Mazzotta, dell’Università di Siena, sull’origine del cheratocono.
I dogmi per ora accettati affermano che il cheratocono è una condizione multifattoriale i cui meccanismi rimangono ancora da chiarire a pieno e lo sfregamento degli occhi è considerato un mero fattore di rischio.
Damien Gatinel con la teoria “no rub, no cone” sostiene, a differenza di ciò che vuole la teoria classica, che uno sfregamento eccessivo dell’occhio è una causa fondamentale nell’origine del cheratocono.
L’opinione di Cosimo Mazzotta è invece quella del “no rub, no cone, ma solo per i soggetti predisposti”, e dice:
“Dobbiamo riconoscere il fatto che lo sfregamento degli occhi, eye rubbing, è un meccanismo di stimolo per l’insorgenza del cheratocono. Gli aspetti flogistici (infiammatori) cronici e la predisposizione genetica rappresentano un terreno fertile in cui lo sfregamento degli occhi diventa fattore scatenante di una forma latente di debolezza geneticamente determinata o aggravata da fenomeni infiammatori cronici, aumentando la velocità di progressione della malattia.”
“Al contrario, i soggetti non predisposti che non hanno nessuna alterazione del collagene dal punto di vista genetico e non presentano nessun tipo di infiammazione cronica di natura allergica o immunomediata non sviluppano il cheratocono. Se così non fosse, tutte le persone che si sfregano gli occhi svilupperebbero un cheratocono, e questo non avviene.”
“Possiamo quindi assolutamente affermare che “rub = cone” non è un un’affermazione sempre vera, come non lo è il contrario, ossia non è sempre vero che no “rub, no cone”.”
“Tuttavia, “no rub, no cone” è un’affermazione applicabile ai soggetti predisposti, che se evitano questa condotta anomala possono salvarsi dallo sviluppare la malattia o possono eventualmente sviluppare una malattia meno aggressiva.”
“Accolgo positivamente l’affermazione del dottor Gatinel, che intendo essere una provocazione e un allarme che necessariamente deve essere lanciato ai pazienti nella fase della visita oculistica e deve essere lanciato alle famiglie perché spesso si tratta di soggetti minori, molto giovani, che devono essere educati a non strofinarsi gli occhi.”
Il confronto sul tema è quindi aperto e vi invitiamo a leggere per intero l’articolo allegato, certamente entrambe le posizioni convergono sull’importanza di contenere il più possibile l’azione meccanica di sfregamento degli occhi, soprattutto dopo una diagnosi di cheratocono.
Link al PDF della rivista con l'articolo completo (fonte, rivista EyeSee numero 3/2020)